Una donna ha scoperto di avere la meningite a Milano, ora è allarme in città. è bene agire con cautela se si sta rientrando da un viaggio all’estero.
La medicina ha fatto certamente passi importanti negli ultimi anni, rendendo curabili diagnosi che prima non lo erano e che facevano paura anche solo sentendole nominare. Nonostante questo, è ancora necessario agire con cautela massima in determinate situazioni, soprattutto quando si tratta di malattie infettive, che possono quindi diffondersi velocemente anche quando non ce ne rendiamo conto, come è apparso evidente nel caso del Covid. Una situazione simile è quella che può verificarsi con la meningite, che può avere conseguenze gravissime in determinati casi, specialmente se si scopre di averla quando è ormai avanzata.
L’allerta ora è massima a Milano, in seguito al caso di una paziente di 55 anni, che si trova ora ricoverata presso l’ospedale Sacco, con sintomi che sembrano essere da ricondurre a una malattia invasiva da meningococco, sospetto sierogruppo W in fase di accertamento, e shock settico. Secondo quanto riportato, la donna, classe 1970, aveva iniziato a manifestare segnali di malessere già da circa una quindicina di giorni, anche se in fase iniziale riteneva fossero da addebitare a un’influenza più forte del normale.
In ogni malattia infettiva agire con cautela e mettere in atto una serie di accortezze risulta essere fondamentale se si vuole ridurre la possibilità di ammalarsi. Questo vale a maggior ragione anche se si sospetta di avere una meningite, non a caso la donna ricoverata a Milano si è presentata in ospedale in stato ormai confusionale dopo avere sottovalutato i sintomi che aveva da giorni (nausea, vomito, febbre, cefalea).
A essere maggiormente a rischio possono essere soprattutto le persone che hanno in programma viaggi all’estero. Tutti loro dovrebbero, come indicato da Giorgio Gori, direttore del Dipartimento Malattie infettive ospedale Sacco, a ‘Il Giorno’, rivolgersi ad un Centro vaccinazioni internazionali per avere un counseling e valutare in base alle caratteristiche del viaggio tutte le vaccinazioni necessarie. Ora però l’allarme è scoppiato inevitabilmente anche a Milano, visto che la paziente a cui è stato diagnosticato il virus era reduce da poco tornata dall’Egitto. Tutte le persone che sono entrate in contatto con lei sono state ora sottoposte a profilassi, come previsto dai protocolli del Ministero della Salute.
L’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha segnalato focolai di meningococco W già la scorsa primavera in Arabia Saudita, la situazione può però essersi ampliata con il trascorrere dei mesi. Non essendoci restrizioni attive agli spostamenti anche in ambito internazionale, infatti, il quadro clinico generale può peggiorare velocemente. Già da prima di ogni partenza, anche se la permanenza oltre i nostri confini dovesse durare pochi giorni, si dovrebbe quindi agire in ottica preventiva.
L’infettivologo ha inoltre evidenziato come sia necessario prestare la massima attenzione anche una volta arrivati in Italia, specialmente se dovessero manifestarsi sintomi ritenuti “sospetti”. Muoversi tempestivamente è determinante: il Sacco, infatti, è considerato polo universitario di eccellenza clinica e riferimento nazionale in particolare nella diagnosi e cura delle malattie infettive con percorsi dedicati che partono dal Pronto soccorso infettivologico fino a reparti e ambulatori super specialistici e laboratori di bioemergenza.
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