Brutto colpo al cuore per tantissimi anziani che, già a partire dal mese prossimo, perderanno l’assegno sociale il quale, spesso, rappresenta l’unica forma di sostentamento. Vediamo che cosa sta per accadere.
L’assegno sociale potrebbe essere definito un’ancora “di salvezza” per molte persone che, diversamente, non saprebbero proprio come arrivare alla fine del mese. Questa prestazione, pur non essendo molto alta, per tanti anziani rappresenta un aiuto preziosissimo per riuscire a mettere assieme almeno due pasti al giorno.
L’assegno sociale viene, spesso, confuso con la pensione minima. Si tratta di due prestazioni del tutto diverse. La pensione minima – che, quest’anno, dopo la rivalutazione dello 0,8% ammonta a circa 617 euro al mese -spetta a coloro che hanno raggiunto la soglia contributiva minima richiesta per l’accesso alla pensione.
L’assegno sociale, al contrario, spetta a coloro che non hanno contributi o ne hanno troppo pochi per avere diritto ad una pensione vera e propria e che versano in situazioni di disagio economico. Infatti non basta, naturalmente, essere privi di contribuzione ma bisogna anche trovarsi in stato di forte necessità economica.
Quest’anno – essendo anche questa prestazione soggetta alla rivalutazione annua – l’Assegno Sociale è salito a 538,69 euro al mese. Un aiuto non da poco dunque. Purtroppo molti anziani dal mese prossimo se lo vedranno revocare dall’Inps. Per non perderlo è indispensabile fare due cose entro il 28 febbraio.
Come spiegato nel paragrafo precedente, l’Assegno sociale è una prestazione che spetta a coloro che versano in situazioni di disagio economico e che non hanno abbastanza contributi per avere diritto alla pensione. Il prossimo mese, però, purtroppo molti perderanno questo prezioso aiuto. Vediamo chi è a rischio.
L’Assegno sociale può essere percepito solo una volta raggiunta l’età pensionabile che, al momento, in Italia corrisponde a 67 anni. Per avere diritto a questa prestazione di 538,69 euro al mese, occorre non superare determinate soglie di reddito che per il 2025 sono state fissate in:
Ovviamente tali soglie sono necessarie non soltanto per ottenere il beneficio ma anche per mantenerlo nel tempo. Trattandosi di un aiuto molto prezioso va da sé che è importante che lo Stato si assicuri che vada solo nelle tasche di chi effettivamente ne ha bisogno.
Di conseguenza ogni anno coloro che ricevono l’Assegno sociale sono tenuti a presentare tutte le dichiarazioni relative al reddito attraverso il modello RED. Chi non lo farà entro il 28 febbraio potrebbe vedersi revocare l’Assegno sociale. Ma questo non è l’unico “dettaglio” che può far perdere il diritto al sussidio.
Infatti l’Assegno sociale non è una prestazione “esportabile”: chi lo riceve deve dimostrare di essere residente in Italia da almeno 10 anni e di vivere in Italia stabilmente. Pertanto, sempre entro il 28 febbraio, per non perdere la prestazione, occorre segnalare la permanenza della dimora abituale in Italia e che, nel corso dell’anno, non ci si è mai allontanati dall’Italia per periodi superiori ai 29 giorni.
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