L’amore della vita di Oriana Fallaci non poteva che essere un personaggio carico di passione, ideali e voglia di difenderli contro tutto e tutti, un’anima libera e alla continua ricerca della giustizia sociale, esattamente come lei: chi era Alekos Panagulis.
Scomparsa ormai da 19 anni, Oriana Fallaci rimane un punto di riferimento per chi è appassionato di letteratura, giornalismo e cultura. La scrittrice è stata un personaggio storico di enorme spessore, uno di quelli destinati a lasciare il proprio nome ai posteri, le cui parole sono destinate a rimanere attuali anche a distanza di secoli.
Chi l’ha conosciuta l’ha sempre descritta come una donna animata da una grande passione, da forti ideali, incapace di lasciarsi trasportare dagli eventi perché vogliosa di liberarsi dal ruolo del semplice ingranaggio che ci accomuna un po’ tutti quanti per diventare artefice del proprio destino e simbolo vivente delle proprie lotte.
Non sorprende dunque che potesse innamorarsi di un uomo come Alekos Panagulis, attivista greco che faceva spola tra Firenze e Atene e che ha dedicato la propria vita alla lotta e alla denuncia dei colonelli, reggenti di una dittatura che tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70 ha segnato un periodo buio per tutta la Grecia.
Non a caso la stessa Fallaci parlava di lui non come di un grande amore, ma dell’Amore della sua vita, una figura talmente centrale nella sua esistenza da assumere un’importanza paritaria a quella della madre, suo punto di riferimento da sempre: “Alekos e mia madre erano le due creature della mia vita”.
Per Oriana, Alekos era l’incarnazione dei suoi ideali di eroe. Non è servito che un incontro ad entrambi per capire che erano fatti l’uno per l’altra e che li legava qualcosa in più della semplice attrazione. Il loro amore era puro e veemente, fatto di grande passione e di grandi litigi. A lui Oriana perdonava tutto, gli scatti d’ira e le scappatelle.
La scrittrice aveva compreso che quell’uomo era indomabile e che proprio questa sua natura selvaggia era ciò che li legava: “In un deserto dove ogni pianta è un miraggio, ogni filo di vento un’illusione, il deserto delle utopie, noi c’eravamo incontrati scordando di chiederci chi fossimo e dove volessimo andare; cani senza medaglia, ci eravamo presi per mano, e inciampando nelle dune di sabbia, cadendo, rialzandoci, inciampando di nuovo, ci eravamo fatti compagnia, legati dall’equivoco guinzaglio dell’amore”.
Sarebbero probabilmente rimasti assieme tutta la vita, ma nel 1976 Alekos morì a causa di un incidente sospetto verificatosi dopo anni di lotta sociale e carcere passati tra Atene e Firenze. Un evento che ha segnato profondamente Oriana, anche perché pochi giorni dopo aver appreso la notizia sua madre si ammalò gravemente e spirò.
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