L’assegno di maternità rilasciato dal Comune di residenza ha subito una modifica importante, ora si potranno ricever più di 2 mila euro, ecco come fare e chi ne ha diritto.
Avere un figlio rappresenta per molti il coronamento della propria storia d’amore, ma è allo stesso tempo un impegno importante sul piano economico, cosa che non può passare in secondo piano. In un periodo come quello che stiamo vivendo, infatti, sono in tanti a centellinare le spese a causa di stipendi che non sempre sono al passo del costo della vita o a causa di contratti poco stabili. A sostegno di chi si trova in questa situazione può esserci una misura importante, l’assegno di maternità, concesso dal Comune di residenza, così da dare un contributo concreto alle donne che stanno per diventare mamma.
Come è facile immaginare, una misura come questa può essere concessa solo se si è in possesso di determinati requisiti, così da attribuirlo a chi davvero ha la necessità, in modo tale da poter erogare, se possibile, una cifra superiore. Ed effettivamente è proprio quello che sta accadendo in questo anno che è da poco iniziato, l’importo è maggiore rispetto al passato, cosa che non potrà che fare piacere a chi rientra tra le aventi diritto.
I Comuni di residenza hanno il compito di valutare chi ha diritto all’assegno di maternità, con l’obiettivo di dare un sostegno concreto a chi sta per avere un figlio e potrebbe essere in maggiore difficoltà. Non a caso, spetta alle neo mamme che nel corso della gravidanza non potevano contare su alcuna copertura assicurativa, per questo non possono ricevere l’indennità sostitutiva per congedo di maternità.
Non basta però rientrare in questa categoria per poter ottenere l’importo, ci sono dei requisiti ben precisi che devono essere soddisfatti. È innanzitutto necessario, come detto, che la mamma non abbia alcuna copertura previdenziale obbligatoria tale da permettere l’accesso al congedo di maternità INPS, in tutte quelle forme in cui viene riconosciuto. L’assegno di maternità spetta però anche alle donne che hanno un lavoro ma che, nonostante quello, non hanno diritto a trattamenti economici di maternità. Per quanto riguarda il reddito, invece l’ISEE in corso di validità (quest’anno c’è stata una rivalutazione dello 0,8%) non deve superare i 20.382,90 euro.
A richiederlo possono essere le donne residenti in Italia con caratteristiche ben precise: cittadine italiane o comunitarie, titolari di permesso di soggiorno, familiari titolari della carta di soggiorno o titolari di permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo. La domanda può essere presentata in caso di nascita, adozione o affidamento preadottivo.
Come indicato dall’INPS in una circolare, ogni anno si verifica una rimodulazione degli importi sulla base del costo della vita, così da ridurre il più possibile il disagio che si può avvertire in questa fase. L’importo, grazie all’aggiornamento e alla rivalutazione del 5,4%, è passato dai 404,17 euro del 2024 a 407,40 euro dell’anno in corso, si può così arrivare a un importo complessivo pari a 2.037 euro. In merito alla durata non ci sono invece differenti rispetto a quanto accade con il congedo di maternità Inps, anche questo incentivo concesso dai Comuni è previsto per cinque mensilità.
Ogni interessata deve presentare la domanda direttamente al Comune, secondo le modalità indicate dall’amministrazione di riferimento. È possibile muoversi entro 6 mesi dal verificarsi dell’evento che dà luogo alla prestazione, quindi dal parto oppure dalla notifica dell’affidamento preadottivo o dell’adozione. A erogare quanto previsto sarà comunque l’INPS, in un’unica soluzione con cadenza mensile, non oltre i 45 giorni successivi dalla data di ricezione dei dati trasmessi ai Comuni.
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